Sabato sera siamo andati a Laigueglia (SV) nella speranza di poter vedere il concerto di Enrico Ruggeri, artista che stimiamo e, appena possibile, seguiamo durante il suo tour nelle piazze d’Italia.
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| Laigueglia |
Appena arrivati, a parte le difficoltà di parcheggio, ci siamo goduti una bella passeggiata nell’antico borgo fino alla piazza dove si sarebbe tenuto il concerto. Questa è la foto scattata alla spiaggia ormai deserta. Verso le 21 è iniziata la manifestazione: presentazione del sindaco, premiazione a un famoso personaggio televisivo, tre canzoni di un altro artista, bla bla, bla bla. Finalmente, quasi alle ventidue, Enrico sale sul palco e inizia a cantare. Come sempre scatta la magia, la musica mi travolge e io mi sciolgo. Alzo le mani, canto, piango. Ricordi che si affacciano veloci e lasciano graffi, note che lambiscono antiche ferite, suoni che mi riportano a passati dolori e a gioie attuali, appena condivise. La quotidianità diventa straordinaria, il mistero che non ho ascoltato rimbomba comunque nel mio cervello.
Plin, piove, mi dicono. Eh???? Pin, plin, plin, plon. In pochi istanti la piazza è vuota: tutti si sono rifugiati sotto portici e nei bar che affollano la minuscola piazza. Solo noi due rimaniamo sotto la pioggia e sotto il palco deserto, increduli. Alle ventitrè siamo di nuovo in auto, sull’autostrada la vettura di Enrico e di Fabrizio ci sorpassa senza fatica. Noi guidiamo piano, alla nostra maniera. Assaporiamo le poche canzoni che risuonano ancora nel nostro cuore, ci consoliamo a vicenda per il mancato concerto, speriamo in un’altra occasione. Per sottofondo la musica del grande Rouge, colonna sonora della nostra vita.
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